Cara Segretaria, Caro Segretario,
Il 6 novembre è convocata l’Assemblea Nazionale dei Segretari di Circolo del PD che si terrà a Roma presso l’Auditorium della Conciliazione.
Ti scrivo per chiederti di fare di tutto per essere presente a questo importante appuntamento. Come sai abbiamo avviato la discussione sulla proposta politica e programmatica del partito nelle assemblee nazionali di Roma e Busto Arsizio, e proseguirà con quella che si terrà a Napoli nel mese di dicembre.
Nell’Assemblea dei segretari di circolo discuteremo del contenuto di queste proposte, di come diffonderle sul territorio e sarà una occasione importante per un confronto tra di noi sullo stato del partito. Dal 2007 ad oggi tante cose sono cambiate, tranne una: oggi come allora siamo l’unica forza politica attorno alla quale si può costruire una seria e credibile alternativa democratica e riformista al governo Berlusconi e di questo dobbiamo essere responsabilmente consapevoli.
Questa alternativa dobbiamo costruirla giorno per giorno, rimboccandoci le maniche e lavorando con la passione civile e politica che avete ampiamente dimostrato di avere in questi anni difficili. È questo il motivo che ci ha spinti a promuovere una grande mobilitazione come il porta a porta che si terrà negli ultimi tre fine settimana di novembre. Il 20 novembre sarà l’appuntamento centrale di questa campagna: dobbiamo tornare nei luoghi delle primarie, con migliaia di gazebo e coinvolgere i nostri iscritti e i tanti elettori chiedendogli, non solo di scegliere il futuro del PD con un voto, ma di essere gli attori principali per costruire giorni migliori per l’Italia.
Mi rivolgo personalmente a tutto il gruppo dirigente, agli eletti nelle istituzioni, agli iscritti, agli elettori delle primarie, ma soprattutto a voi che quotidianamente lavorate sul territorio e che rendete concreta l’idea di un grande partito popolare. 
Dobbiamo fare un lavoro straordinario per raggiungere il maggior numero di Italiane e italiani, informarli della nostra proposta di governo e dei danni che la destra ha prodotto al nostro Paese. Siamo il partito della riscossa civica dell’Italia: legalità, onestà, fedeltà ai principi costituzionali.

Tutti assieme con intelligenza, con orgoglio, con convinzione e passione prepariamo un futuro migliore per il nostro Paese.

Vi aspetto a Roma

                                                                                                                  Pier Luigi Bersani




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"Saremo a piazza Navona il 1° luglio. Per difendere la libertà di informazione e la Costituzione. Ci saremo perchè siamo fortemente critici nei confronti del Ddl Alfano: pensiamo che il problema dell'uso improprio delle intercettazioni vada affrontato alla fonte, e che non possa essere il pretesto nè per ridurre gli interventi degli organi come la magistratura nè per mettere bavagli alla stampa. Questa legge è dunque improponibile, ci mette al di fuori di tutti i contesti occidentali e faremo la nostra battaglia senza riserve in parlamento”. Lo afferma Pier Luigi Bersani, segretario nazionale del PD, nell'intervista di Stefano Corradino, direttore di Articolo 21.
“Anche alcuni esponenti del centro destra hanno sollevato più di una perplessità su questa Legge. Adesso chiediamo loro coerenza: devono dimostrare in che modo intendono opporsi. Io ho sempre usato l'espressione "deformazione della democrazia", che non è meno incisiva. Il principio tutto berlusconiano secondo cui il consenso prevale sulle regole è un principio inaccettabile: per la nostra Costituzione la sovranità appartiene al popolo che, tuttavia, la deve esercitare sempre nelle forme e nei limiti della Costituzione. Quella di Berlusconi pertanto è una deformazione in senso personalistico, plebiscitario e populistico della nostra democrazia”.

Ma il ddl sulle intercettazioni arriverà in aula alla Camera il prossimo 29 luglio, dopo l'esame della manovra economica. Lo ha deciso la conferenza dei capogruppo di Montecitorio, con il parere contrario delle opposizioni. E a quanto pare anche del presidente di Montecitorio: dopo la riunione, Gianfranco Fini avrebbe detto che calendarizzare a fine luglio di ddl "è irragionevole", visto che il voto finale è probabile che finisca comunque a settembre, considerato che alla Camera probabilmente ci saranno modifiche. E bolla come puntiglio la decisione.

Attacca il capogruppo del Pd Dario Franceschini: "Il testo non verrà assolutamente votato a luglio ma sarà necessario arrivare alla prima settimana di agosto. E' una cosa illogica, una forzatura sbagliata: serve solo a comprimere l'esame della manovra per un testo che comunque sarà modificato e dovrà tornare al Senato". Poi preannuncia battaglia: "L'ultima settimana di luglio e la prima di agosto sarà un inferno per la maggioranza con l'incrocio tra la manovra e l'arrivo del ddl. Noi faremo un'opposizione durissima e intransigente usando tutti gli strumenti parlamentari a disposizione". Non manca una critica a Fini: "Il calendario non è stato approvato all'unanimità, quindi la decisione è toccata a lui che ha preso una decisione che noi contrastiamo".

Anche secondo Massimo D'Alema "è sbagliato accelerare: le forzature in una materia come questa sono dannose"

La capogruppo democratica nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, avverte: "Il parlamento non è l'esecutore del volere di Berlusconi".

“Se la maggioranza crede di poter fare forzature alla Camera sul disegno di legge sulle intercettazioni troverà ‘pane per i suoi denti’ - promette Marina Sereni, vice presidente dell’Assemblea nazionale del Pd - domani saremo in piazza insieme a quei giornalisti e a
quei cittadini per i quali è inconcepibile e inaccettabile una norma che, usando la foglia di fico della privacy, rende più difficile l'azione degli investigatori e della magistratura e mette il bavaglio all'informazione
all'unico scopo di coprire i corrotti e le ‘cricche’. E a luglio o ad agosto per noi non c'è differenza: alla Camera useremo tutti i mezzi per fare opposizione nel merito alla proposta uscita dal Senato sulle intercettazioni. Si vedrà anche se nella maggioranza, oltre ai mugugni, si manifesteranno volontà concrete per cambiare una legge non degna di un paese democratico e civile”.

Bersani parla anche del rapporto del centro sinistra con il tema dell’informazione e del conflitto di interessi. “Su questo tema – afferma il segretario del Pd - limiti del centro sinistra magari ce ne possono essere stati. Sia dall'opposizione che nel corso della nostra esperienza di governo. Ma adesso l'esigenza è di unire le forze di opposizione e guardare avanti. Ora servono norme che limitino le posizioni dominanti nel campo dell'informazione. Serve una legge antitrust seria come è stato fatto per l'energia elettrica o il commercio. Una legge, ovviamente, diametralmente diversa dalla Gasparri. Dovrà essere uno dei primi punti di un programma di alternativa”.

 
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Cari compagni e care compagne o, se preferite, cari democratici, a titolo strettamente personale mi sento di dover spendere alcune righe sulla inutile polemica scoppiata dopo la manifestazione svoltasi al Palalottomatica questo sabato.
Molti di voi avranno letto sui giornali che cinque giovanissimi del Partito Democratico hanno contestato l'aria troppo "comunista" che si respira con la segreteria di Bersani. In particolare questi giovani non hanno gradito quel "compagni e compagne" uscito dalla bocca dell'attore Fabrizio Gifuni, invitato alla manifestazione per parlare del genocidio cultura che stiamo vivendo sotto questo governo.
Luca Candiano, Veronica Chirra, Matteo Cinalli, Sante Calefati e Marino Ceci, ventenni o poco più, dopo aver sentito quelle parole hanno scritto una lettera al segretario Bersani esprimendo il loro disappunto: "Per noi "nativi del Pd", cioè estranei alla tradizione comunista e a quella democristiana, le parole compagni, festa dell'Unità, sono concetti che rispettiamo per la tradizione che hanno avuto ma che non rientrano nel nostro pensare politico e che facciamo fatica ad accettare... questo trapassato non ha noi come destinatari".
Quando ho letto queste parole devo amettere di aver provato un certo disdegno e ci tengo molto a distaccarmene pubblicamente.


Cari Luca, Veronica, Matteo, Sante e Marino,
anche io ho 22 anni, anche io non ho vissuto l'era del Pci e nemmeno quello del Pds o dei Ds, anche io sono una nativa del Partito Democratico, ma non per questo non conosco o voglio prendere le distanze dalla mia storia, una storia che  deve servirmi da guida per il fututo. Se il Pd è un partito "destinato alla perenne minoranza" non è certo perchè si usa la parola "compagno", una parola ricca di significati emotivi e solidarietà. Probabilmente i veri problemi del nostro partito sono altri: per prima cosa una difficoltà ad avere un cambio generazionale al vertice, ad essere antiquato non è il lessico, ma parte della dirigenza; il secondo motivo riguarda le inutili polemiche interne che si susseguono ad ogni nostra uscita pubblica, molto spesso polemiche sterili espresse solo per veder comparire il proprio nome sui giornali.
Se vogliamo crearci una nostra identità dobbiamo iniziare a lavorare seriamente e lasciare le chiacchiere a chi ne ha sempre fatte e continuerà a farne.  Non aspettiamo che i grandi ci indichino la strada da seguire e non scandalizziamoci di fronte ai nostalgici (a volte come biasimarli?). Invece di perderci in queste piccole cose, guardiamo ai problemi veri del nostro paese e dimostriamo che la nostra generazione può finalmente essere in grado di costruire quella politica del fare che da più parti viene richiesta.
Con  affetto

Anna Frabotta

 
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Art.1, comma 29 del ddl intercettazioni: i blogger devono pubblicare le richieste di rettifica in 48 ore o pagare fino a 12.500 euro. Aboliamo questa norma!

Da pochi giorni in Senato la maggioranza con la trentesima fiducia ha approvato il ddl intercettazioni: un testo che tutela meglio i criminali dei cittadini e uccide il diritto ad essere informati. Tra i commi del testo ci sono attacchi e censure anche alla Rete. Una pagina davvero brutta per la democrazia italiana, il ddl intercettazioni dopo 2 anni di gestazione si dimostra un grande esproprio della democrazia e dell'informazione, dove le notizie cattive si sommano, e ora toccano anche il controllo e la censura della Rete. Come hanno indicato i senatori del Pd Vincenzo Vita e Felice Casson tra i tanti passaggi liberticidi e censori del maxiemendamento sulle intercettazioni ce n'è anche uno devastante per la rete. Infatti, per ciò che attiene alla 'rettifica', si equiparano i siti informatici ai giornali, dando ai blogger l'obbligo di rettifica in 48 ore. Il comma 29 dell’art. 1 prevede che la disciplina in materia di obbligo di rettifica prevista nella vecchia legge sulla stampa del 1948 si applichi anche ai “i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica”! I blogger all’entrata in vigore della nuova legge anti-intercettazioni, dovranno provvedere a dar corso ad ogni richiesta di rettifica ricevuta, entro 48 ore, a pena, in caso contrario, di vedersi irrogare una sanzione fino a 12.500 euro.. Ma un blog non è un giornale, il blogger non è un redattore, spesso gli aggiornamenti sono saltuari. Si può rischiare una maximulta perché magari si è in vacanza o non si controlla la posta? Ciò significa rendere la vita impossibile a migliaia di siti e di blog, ben diversi dalle testate giornalistiche. Lo fanno dimenticando che la rete è proprio un'altra cosa. L'emendamento del PD per modificare questa norma non è stato discusso perché la fiducia taglia tutto . Ma la destra abituata a usare la tv o non lo sa, o sperando nel silenzio prova a mettere le mani dove ancora non era riuscita a farlo. Non sappiamo se questo sia l’obiettivo perseguito o solo un effetto collaterale dell’ignoranza con la quale il centrodestra continua ad affrontare le dinamiche della ret e, di sicuro faranno passare ai più la voglia di occuparsi, on line, di informazione in ambiti o materie suscettibili di urtare la sensibilità di qualcuno ed indurlo a domandare - a torto o a ragione - la rettifica. Un ottimo silenziatore alle domande legittime dei frequentatori del web. Non finisce qui. I senatori PD vogliono presentare, d'intesa con i colleghi della Camera dei D eputati, un disegno di legge seccamente abrogativo della seconda parte della lettera a del comma 29 che recita per l'appunto: ''per i siti informatici sono pubblicate entro 48 ore dalla richiesta...''. Ci chiediamo se l'emendamento sarà sostenuto anche dai parlamentari di PDL e Lega che fanno parte dell'intergruppo web 2.0 e che nei convegni si esprimono sempre a difesa della libertà d'espressione in rete. Ora devono dimostrare alla rete che le loro non sono solo parole, da abolire a un cenno di Berlusconi. Chiediamo loro di firmare e votare l'emendamento PD al comma 29 per abolire l'obbligo di rettifica in 48 ore per siti e blog.


Giuseppe Civati
Paolo Gentiloni
Matteo Orfini

COSA PUOI FARE:
- firma l'appello
-metti l'appello come status su facebook utilizzando il facebook connector

 
Sei proposte a costo zero per spostare dieci miliardi di euro dalla rendita e dalle posizioni dominanti a favore dei cittadini e delle imprese. Il Pd dà una ricetta semplice e concreta per modificare la manovra finanziaria senza alcun onere per lo Stato con l'effetto immediato di risparmiare svariati miliardi di euro.

Per il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani sono piccole lenzuolate con cui “sfidiamo il governo a dire se intende continuare con le chiacchiere o se intende fare qualche fatto”.
Non si sa quale possa essere l'atteggiamento del governo davanti a proposte concrete e a costo zero. Per Bersani “la destra dirà la sua, ma basta con le bolle di sapone. E basta anche con la legenda
metropolitana che il Pd non fa proposte. Stiamo attenti perché a noi ci uccide non solo il berlusconismo, ma anche il conformismo”.

Le sei proposte in breve:
BENZINA - Le sei proposte saranno trasformate in altrettanti emendamenti alla manovra che il Pd chiede al centrodestra di approvare, visto che non hanno oneri finanziari per lo Stato. La prima proposta riguarda la benzina, ha spiegato Bersani, e tenta di intaccare la cosiddetta «integrazione verticale» della filiera, che porta ad avere in Italia prezzi più alti che nel resto d'Europa. Prevede che il gestore della pompa non sia più vincolato a comprare il cento per cento della benzina del suo marchio, bensì solo il cinquanta per cento, con la possibilità di rivolgersi al libero mercato per il restante. Per permettere l'avvio del mercato libero, il Pd propone di assegnare in via straordinaria e temporanea a una società pubblica, il ruolo di acquirente unico, come attualmente nel mercato elettrico. «È una proposta radicale - ha detto Bersani - ma se portasse a una diminuzione del costo della benzina di quattro centesimi al litro, porterebbe un risparmio alla collettività di due miliardi nel triennio».

FARMACIE - Il secondo emendamento riguarda la liberalizzazione delle farmacie  il Pd chiede di dare la facoltà alle parafarmacie e ai corner dei supermercati di vendere anche i farmaci di fascia C, e quindi tutti i medicinali non dispensati dal Sistema sanitario nazionale. In questo modo, oltretutto, si favorirebbe il lavoro di giovani laureati.

ORDINI PROFESSIONALI - La terza proposta punta a portare a compimento la riforma organica del sistema delle professioni. Le disposizioni contenute nell'emendamento mirano a modernizzare il ruolo degli ordini professionali, favorendo gli obblighi di una informazione trasparente agli utenti, e la concorrenza. Inoltre il Pd cerca di garantire pari opportunità alle giovani generazioni attraverso l'accorciamento fra le fasi di studio, tirocinio (retribuito e di dodici mesi al massimo) e accesso all'esercizio effettivo della professione. Infine il Pd chiede di riconoscere le libere associazioni costituite su base volontaria e senza diritto di esclusiva tra professionisti che svolgono attività non regolamentate in ordini, attribuendo ad esse anche compiti di qualificazione professionale.

MASSIMO SCOPERTO - La quarta proposta prevede la nullità della clausola di massimo scoperto, indipendentemente dalla denominazione utilizzata dalle singole banche, e affida alla Banca d'Italia il controllo sul rispetto delle nuove norme.

AUTOCERTIFICAZIONE - La quinta proposta consente all'imprenditore, attraverso la semplice autocertificazione sulla base della sussistenza dei requisiti attestati da un professionista, di ottenere immediatamente dal Comune una ricevuta che abilita all'avvio dell'attività o dei lavori di realizzazione degli impianti. Al Comune spetta poi l'onere di provare la sussistenza dei requisiti attraverso controlli ex post.

RETE GAS - La sesta e ultima proposta chiede la separazione proprietaria della rete di trasporto del gas, fissata dall'emendamento al 31 marzo 2011. «La separazione della rete e dello stoccaggio - ha detto Bersani - è un elemento cruciale per la possibilità di fare affluire questa risorsa in modo concorrenziale».

CRESCITA - «Sfidiamo il governo - conclude Bersani - a dirci se vuole continuare nelle chiacchiere o vuole fare cose concrete per le liberalizzazioni. Chiediamo inoltre attenzione alle nostre proposte da parte dei soggetti sociali. Mentre strizziamo i redditi con una manovra depressiva dobbiamo mettere qualcosa nel motore della crescita. I nostri emendamenti smuovono svariati miliardi e raggiungono questo obiettivo».








SFIDA AL GOVERNO: le sei proposte del pd
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Pochi giorni fa il Governo ha presentato una manovra economica che non sostiene le famiglie e le imprese, che non contiene misure per i giovani e la crescita e prevede tagli indiscriminati destinati a colpire i servizi per i cittadini, dalla scuoia alla sanità ai trasporti.
Saranno soprattutto le persone più deboli a pagare le conseguenze della manovra, che lascia invece al riparo le grandi ricchezze e le rendite e non combatte in modo efficace l'evasione fiscale.
Un governo che per due anni ha negato la crisi getta ora su comuni, province e regioni il peso del risanamento dei conti pubblici, senza nessun rispetto per chi si misura ogni giorno sul territorio con i bisogni reali dei cittadini. Tutto questo è inaccettabile!
Per questo il nostro partito ha deciso di promuovere una manifestazione nazionale per sabato 19 giugno, alle ore 10 al Palalottomatica di Roma, per un'altra politica economica, per la crescita e il lavoro, contro una manovra ingiusta e sbagliata, per dare voce a tutti i protagonisti sociali colpiti dalle scelte del Governo.
Non sarà solo un momento di semplice denuncia ma l'occasione per parlare del nostro progetto per l'Italia. Vogliamo offrire al paese un'alternativa ispirata a equità e rigore, all'idea che nessuno sta bene da solo e che una comunità può crescere e progredire solo se è unita e solidale.
E' un appuntamento importante che non esaurisce le iniziative del.PD, che si batterà in Parlamento, negli enti locali e sul territorio per cambiare il provvedimento e avanzare le proprie proposte per dare un futuro più giusto al nostro Paese.

Ci vediamo sabato 19, sicuro che dai circoli possa venire il contributo prezioso di chi ogni giorno è a contatto con le persone, con le loro speranze e i loro problemi.

Cari saluti

Pier Luigi Bersani

PER PARTECIPARE ALLA MANIFESTAZIONE
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Le nostre proposte
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Scuola: compito per le vacanze del ministro Gelmini...
10 domande per lei e per il PDL... dal Partito Democratico

1) Perché molte famiglie dovranno rinunciare al tempo pieno quando lei ha sempre affermato che questo modello scolastico sarebbe stato aumentato?
2) Lei conosce la differenza tra un progetto formativo serio quale è stato il tempo pieno e una “scuola-parcheggio” dove i bambini si confrontano anche con nove insegnanti diversi?
3) Di quali mezzi vengono dotate le scuole per un’effettiva integrazione degli alunni stranieri nel nostro paese?
4) Quali mezzi hanno a disposizione le scuole per il sostegno agli alunni diversamente abili, segno del grado di civiltà di un paese?
5) Perché le scuole non ricevono dal Ministero i finanziamenti che servono per sopperire a bisogni quali supplenze, materiale didattico, pulizie?
6) Quanto crede che sia utile all'istruzione posticipare l'apertura della scuola ad Ottobre?
7) Secondo lei non è da irresponsabili ridurre gli investimenti destinati alla scuola e alla formazione dei futuri cittadini?
8) Credete che la riduzione dell’orario scolastico nella scuola secondaria di primo e secondo grado crei condizioni migliori per le scelte future dei nostri ragazzi?
9) Se la scuola è un costo e non un investimento, perché gli stati più evoluti impegnano risorse notevolmente superiori alle nostre?
10) Dove sono i finanziamenti del governo per l’edilizia scolastica?

La risposta a queste domande è sotto gli occhi di tutti.
Le prime risposte che lei ha dato sono queste (e sono sbagliate!):
• tempo scuola ridotto per tutti gli ordini scolastici;
• sforbiciate sui finanziamenti alle scuole;
• insegnanti precari licenziati;
• fasce sociali più deboli dimenticate.

BUONE VACANZE MINISTRO GELMINI!
 
Nella giornata di ieri il Comitato di redazione per le modifiche dello Statuto del Pd, composto da Maurizio Migliavacca, Nico Stumpo, Alfredo D’Attorre, Gero Grassi, Marina Sereni e Michele Meta, ha concluso i lavori per la formulazione della proposta che verrà presentata oggi alla commissione nazionale Statuto.
Le modifiche proposte interessano: il ruolo degli iscritti, lo svolgimento dei congressi locali, la valorizzazione del ruolo dei circoli, le incompatibilità tra cariche di partito e istituzionali, le misure a garanzia della trasparenza e della moralità dell’impegno politico e il miglioramento delle primarie quale metodo per la selezione dei candidati alle cariche monocratiche.
La proposta di revisione statutaria è stata approvata all’unanimità del comitato, oggi la Commissione Statuto ha formulato, anch'essa all'unanimità, la proposta conclusiva, che sarà poi sottoposta all’Assemblea Nazionale di venerdì 21 e sabato 22 maggio, per l’approvazione definitiva.

Maurizio Migliavacca, presidente della comissione Statuto del Pd, si dice soddisfatto per il voto con il quale sono state approvate oggi le modifiche alle regole interne del partito. "Abbiamo fatto un check up dello Statuto con un'ampia discussione all'insegna della trasparenza, tanto che sarà pubblicata interamente sul sito internet del Pd, da queste modifiche esce un partito più vicino agli iscritti, agli elettori e ai territori".
In sintesi, le modifiche principali riguardano sei aspetti: "Si stabilisce la sovranità degli iscritti nelle elezioni dei segretari dei circoli e provinciali e degli organismi dirigenti che verranno espressi con voto segreto e individuale degli iscritti, da qui ottobre - ha ricordato il presidente della commissione Statuto - si svolgeranno un'ottantina di congressi locali. Si stabilisce la centralità dei circoli nella scelta dei dirigenti e i circoli, per statuto saranno ampiamente rappresentati negli organismi dirigenti dei livelli superiori".
Inoltre, ha spiegato ancora Migliavacca, "si stabilisce il federalismo delle risorse, ossia la maggioranza delle risorse raccolte dal Pd rimarranno al territorio", si introduce poi il principio della "separazione tra incarichi di partito e istituzionali, impedendo quindi i doppi incarichi". Si introducono "regole stringenti di trasparenza e moralità della politica con l'anagrafe degli eletti del Pd, dal Comune al Parlamento europeo gli eletti dovranno rendere noti i loro patrimoni".
Infine, sul discusso capitolo primarie Migliavacca ha ribadito: "Le polemiche erano infondate perchè le abbiamo migliorate e rafforzate allargandole alla costruzione delle alleanze e delle coalizioni", essendo stata approvata oggi la proposta elaborata dal comitato ristretto.

Già ieri, Nico Stumpo, responsabile Organizzazione della segreteria nazionale del Pd, dichiara: “L’approvazione all’unanimità nel comitato di Redazione della proposta di modifiche dello Statuto è motivo di soddisfazione e ci ripaga delle
polemiche di cui si è lungamente parlato in questi giorni. È n questo clima di confronto sereno e trasparente che domani si riunirà la commissione Statuto e la settimana prossima l’Assemblea nazionale”.

In merito alle polemiche nate intorno alla proposta di modifica sulle primarie era intervenuto nei giorni scorsi anche il Segretario Nazionale, Pier Luigi Bersani, che sul suo profilo Facebook aveva espresso la sua opinione: "Non apriamo dibattiti sul nulla. Le primarie vanno fatte funzionare, non vanno certo limitate, né tantomeno abolite. Nello Statuto dobbiamo preservarle ed evitare che paradossalmente da strumento prezioso di apertura alla società civile, le primarie possano ripiegare a strumento di autosufficienza del partito. È di questo e non di altro che si sta discutendo".